L’ultimo post è stato un parto quadrigemellare.. sono morto io a scriverlo e immagino sarete morti voi a leggerlo (mi sono giunte voci che compiandolo e incollandolo su word saltassero fuori ben 51 pagine)! Conclusione?! Ho bocciato l’esperimento e ho pensato di provare qualcosa di nuovo per raccontare queste due settimane di Tasmania! Basta racconti giorno per giorno e via con un post scritto a posteriori con un quadro completo della situazione! Ci riuscirò? =)
Uno dei motivi che mi hanno portato a sognare tanto la Tasmania è senza dubbio l’escursionismo. In effetti in questi giorni tra un belvedere, una cascata, una gola, un giro nelle cittadine, una camminata nelle foreste, mi sono mosso davvero tanto (non credo di aver mai macinato tanti km in un così breve lasso di tempo.. dicendo che in media ne facevamo 15 al giorno non esagero!). Ma di percorsi veramente impegnativi (per lunghezza, durata e ascesa) ne abbiamo fatti tre. Il primo di questi è stato sul Mt Roland, cima di quasi 1300 metri (non mi ricordo di essere mai stato tanto in alto in Australia) che svetta sulle tranquille fattorie, sulle fitte foreste e sui placidi fiumi che caratterizzano questa parte dello stato (nord). La Lonely Planet consiglia di pernottare in un ostello proprio alle sue pendici e così facciamo. I dubbi legati ai bassissimi prezzi (stanza doppia 10$ a testa!!!) sono stati spazzati via.. non saprei come definirlo esattamente.. direi che è un incrocio tra un ostello, un campeggio e una colonia estiva. La nostra stanzetta era splendida (c’era addirittura un armadio.. oggetto che mi ricordo di aver avuto a disposizione solo a Sydney!), la cucina ampia, il bagno un po’ spartano ma efficiente, lavatrice gratuita, sala enorme con caminetto e televisione, free internet.. e non aggiungo altro! =)
Il tutto condito da una frizzante atmosfera montanara che ha reso tutto specialissimo.
L’indomani alle 9 eravamo sul sentiero che portava alla sommità del monte.. questa volta siamo partiti con un minimo di attrezzatura (zainetto, 2l di acqua, kway, spuntino e pranzo, felpa, pantaloni lunghi) dopo essere stati messi in guardia dalle stravaganti esperienze della simpatica signora che gestiva il backpackers. L’inizio è stato poco interessante: una larga strada sterrata percorribile dai rangers su 4x4 ha preceduto un ripido e stretto sentiero che si inerpicava nella foresta. Per fortuna una volta usciti dal bosco siamo arrivati su un plateau da cui le viste non erano niente male. Da qui abbiamo proseguito per un’altra oretta fino alla cima.. sebbene fosse una bella giornata di sole, era presente quel fastidiosissimo e sottilissimo velo di foschia/nuvole che non l’ha resa limpida. I panorami dalla guglia non sono stati comunque da buttare via. Quassù ho anche trovato un librino di vetta incastrato nelle rocce.. l’ultima volta che ne avevo visto uno ero su qualche monte in Italia col mio zietto. Sarà per questa cosa o per l’ambiente in stile dolomiti, ma mi è venuta un sacco di voglia di fare gite varie! Alcune nuvole scure portate da improvvise folate di vento ci hanno comunicato che era tempo di rimettersi in marcia. Come il solitonon ci piace fare le cose semplici: perché invece che rifare il percorso a ritroso non variamo e scendiamo al parcheggio da quell’altro sentiero che passa dal Mt Van Dyke?! L’avessimo mai fatto! Lasciando perdere le belle vedute dalla sua cima, la discesa è stata un trauma.. l’opuscolo riportava questo sentiero come adatto a camminatori allenati e con senso dell’avventura. In pratica si sono inventati un percorso dove non c’era.. siamo scesi dal fianco della montagna saltando da una roccia all’altra, passando tra piante altissime e fastidiosissime, affrontando discese ripidissime, evitando alberi sia a terra che a mezza altezza.. dopo due ore di passione, in cui la foresta ha sentito tutte le parolacce presenti nella lingua italiana, abbiamo raggiunto la macchina.. sembravamo due martiri con tanti graffi e graffietti su gambe e braccia!
La seconda camminata importante è stata a Cradle Mountain sul cui fianco passa il miglior itinerario escursionistico dell’intera Tasmania: l’Overland Track, ossia un impegnativo percorso di circa 80km da completare in 5 o 6 giorni (se non si considerano le deviazioni su sentieri secondari). Per la prima volta, dopo averne sentito parlare e averne letto spesso, ho provato un certo senso di rispetto per una montagna.. raggiungerne la sommità non è stato più un “vado, lo faccio e torno” quanto piuttosto un “vado, spero di farcela e di tornare tutto intero”. Questa sensazione ha raggiunto il culmine quando dal parcheggio ho ammirato per la prima volta la potenza e l’importanza di quello che mi stava davanti.. mi sono sentito piccolo piccolo, una formichina che vuole compiere l’impresa! =) Qui mediamente piove 7 giorni su 10, è nuvoloso 8 giorni su 10, nevica 54 giorni all’anno e il sole splende per l’intera giornata solo 1 giorno su 10. Rassicurati dal fatto che, sebbene fosse nuvolo, sarebbe migliorato, ci mettiamo in marcia cercando di scrollarci di dosso il gelo che si era infiltrato nelle ossa dalla notte precedente e il freddo delle prime ore della mattina. Man mano che procediamo su questo mistico sentiero e ci avviciniamo alla grande cima, la mia confidenza cresce di pari passo con la temperatura corporea. Abbiamo attraversato quasi ogni possibile condizione del terreno.. dal fango alle passerelle di legno passando addirittura per la neve.. non è proprio un percorso comune! =) I paesaggi che si susseguono man mano che la quota cresce sono sempre migliori.. ovunque ti girassi vedevi qualcosa di particolare che valesse la pena di immortalare.. per questo motivo siamo arrivati allo spartano bivacco appena prima dell’attacco della grande salita con addirittura 30 minuti di ritardo sul tempo previsto. Dopo una gustosissima barretta energetica Woolworths allo yogurt e fragola, abbiamo iniziato l’ascesa. Fino a quel punto era andato tutto liscio come l’olio.. il cammino, a parte qualche pezzettino ripido o sporco, era stato decisamente più facile di quanto mi aspettassi. Come naturale che fosse la situazione si ribalta.. ogni metro guadagnato sulla sommità, oltre al vento polare, aggiunge una qualche difficoltà. Arriviamo ad un punto che il percorso viene sostituito da grossi massi che sembrano quasi stare in bilico l’uno sull’altro.. non ci resta che seguire i paletti segnaletici cercando appigli qui e lì per procedere l’ascesa sempre più esposta e verticale. L’emozione e la concentrazione sono davvero alte, sappiamo entrambi che non possiamo permetterci alcun un passo falso o errore. Molti minuti di passione dopo, quando pensavamo di essere ormai in prossimità dell’arrivo la neve fa la sua drammatica apparizione.. e qui finisce la nostra avventura: dopo aver testato e valutato il terreno decidiamo che sarebbe troppo rischioso e imprudente proseguire.. non avevamo assolutamente l’attrezzatura necessaria (per lo più le scarpe: le mie da ginnastica ma di tela e quelle del bent lisce come una tavola) per oltrepassare questo traverso innevato e completare la scalata su rocce innevate. Eravamo stati messi in guardia che avremmo trovato (a soli 10 minuti dalla fine!!!) uno strato importante di neve.. così tutto sommato siamo comunque soddisfatti di essere riusciti a sfidare questo gigante fino a quel punto.. da cui, per altro, si godevano viste da capogiro! Dopo milioni di scatti inizia la nostra discesa verso il bivacco.. generalmente questa parte della giornata è sempre la più noiosa.. questa volta è stato diverso: lasciando da parte l’impegno profuso per andare avanti in sicurezza, il tutto è stato possibilmente eccitante allo stesso modo. Dopo il tratto impegnativo ci siamo fermati, ci siamo schiacciati contro la montagna per proteggerci dal freddo e ci siamo goduti 10 minuti di panorama ascoltando (come nelle migliori occasioni) Shine on You Crazy Diamonds.. un succedersi tumultuoso di sensazioni fantastiche! Sensazioni che non hanno finito di farsi sentire fino all’arrivo al parcheggio tramite un secondo sentiero che ci ha permesso di godere di Cradle Mountain e tutto il resto da una diversa prospettiva. È uno di quei posti che ti entrano nell’anima, uno di quei posti che non vorresti mai lasciare.. è stato davvero elettrizzante essere salutati dalla sommo massiccio con un forte sorriso di sole. Se mai tornassi in Australia, questo è uno dei posti che meriterebbero di essere vissuti nuovamente.. e magari, con l’equipaggiamento necessario e un pizzico di sana pazzia, si potrebbe provare il mitico Overland Track!!!
L’ultima piacevole fatica è composta da due mezze: Mount Rufus nel Lake St Clair National Park e Cape South Bay nel profondo sud dell’isola. La prima è mezza perché purtroppo, oltre a non aver raggiunto la cima, non ci siamo nemmeno andati vicini. Questa camminata non era nel programma originario ma leggendo qualcosa su una brochure ci è venuta una gran voglia di salire i suoi 1413 metri di altezza: “una bella passeggiata in montagna con viste di primo livello del Lake St Clair, del MT Olympus, del Frenchman Cap e della sorgente del Franklin River”! Il pomeriggio prima ci siamo addirittura fermati alle 5 per campeggiare nel parco nazionale.. tenete presente che in genere prima delle 7 non abbiamo mai piantato la tenda da nessuna parte. La mattina il tempo era nuvoloso ma ormai non ci stupiamo più..dopo esserci registrati nel librone dei partenti per l’escursione, partiamo per i 20km che in 7 ore ci porteranno in giro. Poco più di un’oretta di cammino e inizia una fastidiosa pioggerellina che ad ogni passo aumenta di intensità.. non è mai diventata temporale però, congiunta alle nubi che coprivano la cima, ci ha fatto desistere perché ci stavamo bagnando troppo e iniziava a soffiare del fastidiosissimo vento. Il livello di delusione ha raggiunto le stelle.. era dalla sera prima che mi stavo preparando a questa super gita.. per giunta, mentre facevamo colazione, abbiamo fatto due chiacchiere con una signora svizzera (che vive qui da 14 anni e ha percorso ben 4 volte l’Overlandtrack!) che ci ha decantato in maniera quasi poetica lo spettacolo che il giorno precedente le ha riserbato lo stesso giro che avevamo intenzione di fare noi! Tra me penso che non posso e non voglio tornare alla macchina.. ero davvero avvilito e sconfortato.. perciò, mentre il Bent si avvia verso il parcheggio, decido di fare una deviazione e raggiungere i due laghi glaciali, non in alta quota, poco distanti. Ho fatto proprio bene.. non posso farci nulla ma camminare in montagna mi fa stare troppo bene.. ho passato due orette di inebriante e rara solitudine totale in giro per dei posti che, sebbene non eccelsi, mi hanno tenuto compagnia facendomi fermare di quando in quando a fare delle fotografie. A tal proposito è ormai da qualche tempo che ho avuto una piccola evoluzione.. non mi soffermo nei vari posti a scattare immagini solo a scorci “paesaggistici, da blog”.. guardo tutto con occhi diversi, sotto un differente punto di vista, sotto diverse prospettive e angolazioni. Quasi ogni sera devo scaricare le foto sul computer perché ho la memoria piena.. fotografo un sacco per me stesso.. per fare sfogo al flebile e personalissimo senso artistico che si sta manifestano dentro di me (attenta Cri che la mia esposizione fotografica farà concorrenza alla tua galleria d’arte)! =)
Quando ho raggiunto i due laghi è uscito qualche raggio di sole.. mi scatta subito l’impulso di girarmi e di lanciarmi all’inseguimento della vetta.. nemmeno il tempo di analizzare bene la situazione coi suoi pro e contro che tornano nuvoloni scuri e riprende a piovere.. della serie “la signora Ottavia Rufus non vuole farsi scalare e me lo sta provando a far capire in tutti i modi”.. la prendo con filosofia come un segno del destino e mi riavvio a buon passo verso il campo base! L’altra metà è da considerare tale solo per la durata del cammino ma non per la sua lunghezza.. i 15km ci hanno portato via meno di 4 ore compresa la sosta rilassante alla fine! =)
Piccola introduzione: dopo aver campeggiato tra mari, montagne e campagne.. dopo aver dormito su morbidi prati verdi, rami e rametti penetranti, sassi più o meno duri.. abbiamo deciso bisognava chiudere in bellezza con l’ultima notte nel più assoluto isolamento.. senza servizi, senza docce, senza cucine, senza luci, senza corrente elettrica.. come due veri backpackers avventurieri! =)
Quale posto migliore che la punta più meridionale dell’isola per coronare il nostro sogno?! Per la precisione volevamo raggiungere l’ultimo luogo in Tasmania raggiungibile con una strada. Pertanto, prima di addentrarci nel cuore più selvaggio e remoto della Tasmania, ci attrezziamo facendo scorta di acqua e benzina. In men che non si dica ci troviamo a guidare i 20km di sterrato, immerso nella foresta, che separano Cokle Bay da Southport, l’ultimo avamposto della civilizzazione. In questo piccolo tratto sale l’emozione per quello che faremo l’indomani: il primo tratto dell’impegnativo South Coast Track per cui servono almeno 7 giorni e una preparazione adeguata. Potete immaginare le nostre facce quando superato il Cockle Creek su uno strettissimo ponte pericolante di legno ci troviamo di fronte uno spettacolo assolutamente imprevedibile: orde di macchine parcheggiate, montagne di tende montate, bambini che giocano insieme sulla strada, mare invaso da imbarcazioni di ogni tipo.. in un attimo ci cade tutto il nostro mito.. per di più la radio si prende benissimo e c’è anche una fonte d’acqua potabile (poi rivelatasi esaurita)!!! =(
Qualche minuto di sfasamento dopo cerchiamo il posto meno affollato per piantare la tenda.. procediamo a fianco dell’infinito arco di sabbia bianca finchè non scorgiamo un angolino che ci aggrada. Sono le 6.30pm quando finiamo di montare la tenda.. nonostante il freddo pungente e la fredda aria che tira dal mare, ci avventuriamo a fare due passi sulla spiaggia.. tantissime calette sperdute si susseguono senza fine.. sono fantastiche perché non c’è nessuno oltre noi (i villeggianti del week end si sono fermati molto prima) e il sole stava tramontando! Alle 7.30am siamo già in cammino verso South Cape Bay.. il sentiero di 7,5km non offre molto dato che attraversa la “piatta” foresta pluviale per la sua intera lunghezza, ma quello che ci interessa è la baia alla fine.
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Potrebbe sembrare piuttosto nella norma, ma sedere su quelle rocce e guardare di fronte significa sapere che sei di fronte alla distesa di ghiacco conosciuta come Antartide!!! L’atmosfera è ottima.. cielo nuvoloso e mare molto mosso.. elettrizzante! =)
Ho da fare qualche appunto ai ranger che gestiscono gli innumerevoli parchi naturali della Tasmania.
Innanzitutto devono sistemare la segnaletica del sentieri: il tempo e le distanze sono sballate nel 99% dei casi! È infatti capitato più volte che impiegassimo addirittura metà del tempo previsto o che ci trovassimo a camminare i
Come seconda cosa mi devono dire chi diavolo dà il nome ai vari luoghi di interesse.. non c’erano mai un cavolo con quello che alla fine ti trovi a vedere! Ad esempio penso che nessuno abbia ancora capito perché Wineglass Bay o
E infine devo indagare anche sul chi decide quali sono i punti di interesse stessi.. un sacco di volte siamo stati attratti o abbiamo fatto qualche deviazione dopo aver visto segnalazioni di lookout (con nomi strani).. e il più delle volte ci sono cadute le braccia o perché non si vedeva nulla o perché quello che si vedeva era da nascondere più che da mettere in mostra! Rimango della mia idea che in tanti paesini facciano di tutto per attirare turisti con attrazioni al limite della decedenza.. fottuti struzzi.. =p
Per quanto riguarda gli abitanti dell’isola.. oltre al colpo d’occhio descritto poco più avanti non posso dire molto perché abbiamo avuto a che fare solo con 3 elementi, ben diversi gli uni dagli altri. Lasciando perdere un piccolo contatto con una coppia figlio-mamma che, arrivati col buio pesto in un campeggio, ci ha dato una mano a montare la tenda, ci ha intrattenuti con una piccola conversazione e ci ha offerto della birra (strano!). Le altre due relazioni sono state invece più prolungate. Eravamo nella Freycinet Penisula a goderci un bel panorama quando mi è stato chiesto da questo ragazzo (in compagnia del fratellino piccolo e di un amico sud coreano) se potevo fargli una fotografia.. con questo pretesto ci ha attaccato bottone, un bottone infinito sulla sua vita e carriera lavorativa! Per il modo di fare e di raccontare le cose mi ha ricordato una persona che conosco in Italia.. ad esempio pare che abbia comprato una casa a St Helen e pochi giorni dopo il suo valore è decuplicato perché qualcuno ha scritto che è uno dei posti più belli al mondo, pare che lavori 88 ore a settimana per pagarsi il mutuo (impieghi poco faticosi e remunerati benissimo), pare che guadagni più lui in tasse che suo babbo in un anno, pare che la sua Rav4 faccia i 240km/h e gli permetta di guidare da Hobart a St Helen in un’oretta (nemmeno se la strada fosse dritta ci riusciresti), pare che sia volontario dei pompieri e che piovano i tonni dal cielo quando gli elicotteri liberano acqua sugli incendi, pare che ciò sia un peccato perché i tonni in Giappone vengono pagati 500$ al kg, etc etc.. da spanciarsi.. =D
Il terzo personaggio, fortunatamente, è stata qualcuno più profondo.. un signore di 67 anni molto simpatico, cordiale ed espansivo che ha girato il mondo più di un aereo! Con lui ci siamo intrattenuti per quasi due ore trattando degli argomenti più disparati.. dal serio allo scherzoso. Ci ha raccontato dei suoi viaggi, ci ha chiesto un sacco di noi, ci ha intrattenuti con esperienze di vita, abbiamo addirittura dibattuto sulla situazione economica in Europa e in Australia dopo aver discusso dei rapporti umani con terze persone. È il nono di dieci figli, non è sposato, è felicissimo, ama dipingere e scrivere, né ha vissute di cotte e di crude (è anche sopravvissuto ad un tumore alle corde vocali) vive in Tasmania perché dice che è il posto migliore per un pensionato come lui (con ancora tanti sogni, progetti e voglia di viaggiare).. è stato insomma un piacevolissimo incontro.. in un niente si è creato un feeling per cui noi davamo a lui e lui dava a noi.. ci ha addirittura pregati di passare a casa sua a Devonport che ci ospiterebbe molto volenteri! Che sia un maniaco omicida?!
Come vedete non si direbbe proprio.. come lui si è definito, è piuttosto il Babbo Natale australiano.. ohu ohu ohu caro Ralph! =)
Analizzando più analiticamente il viaggio, dividerei
Hobart ci ha accolto di notte con pioggia, vento e neve (sulle pendici del vicinissimo Mount Wellington). Per fortuna abbiamo passato tre notti tra quattro mura, sopra un materasso e sotto un bel piumone caldo.. in un piccolo ostello decisamente intimo (che purtroppo al ritorno 10 giorni dopo era stato invaso da asiatici sanguinari e disordinati che hanno monopolizzato la stanza)!
Non ho avuto il piacere di provare le tanto decantate “quattro stagioni in un giorno”.. mi sono limitato alle “due stagioni opposte in due giorni successivi”: il primo è stato nuvoloso e davvero freddo (stavo già valutando l’idea di comprarmi cuffia e guanti) mentre il secondo è stato assolato e davvero caldo (eravamo in giro per i fiorilissimi e coloratissimi Botanical Garden sudati e assetati come mai avrei immaginato possibile quiggiù).
La capitale della Tasmania è molto diversa dalle capitali degli altri stati.. presa da sola non direi mai che è la città più importante.. mi sembra quasi un grande paesone di montagna: nessun grattacielo, casette sparse ovunque, un mucchio di verde, con casino e traffico assenti.. si può addirittura giocare a scacchi in pieno centro!
Ciò nonostante hanno un enorme problema coi parcheggi: ci è capitato di vedere file disumane di macchine accese che aspettano che qualcuno esca dai parcheggi che sono al completo. Cavolo.. ma chi te lo fa fare?! Gira, cerca un posto altrove, spegni quella ca**o di automobile.. si vede che nessuno ha fretta o scadenze da rispettare! =)
Un’altra cosa che mi ha colpito della città sono le persone.. non per il loro modo di fare (sempre e comunque amabile) ma per il loro aspetto: sia donne che uomini sono più in carne del solito.. mi viene da pensare che qualche kg in più sia il rimedio naturale per proteggersi dal freddo.. ma non l’avrei mai detto a priori, quasi tutti gli australiani che ho visto sono sportivi e fisicati!!!
2 giorni per visitare la piccola Hobart (straboccante di magnifici edifici coloniali perfettamente conservati) sono più che sufficienti.. così già il terzo la abbiamo salutata.
L’inizio è stato duro.. né io né il Bent avevamo la giusta mood.. il che significa scazzo completo e poca voglia di fare tutto. Sarà stato per il tempo (perfetto per vedere la galeotta Tasman Peninsula ma non per farti godere dei paesaggi circostanti) o per le energie ancora non recuperate dal precedente tour, ma mi sarei sbattuto da qualche parte da solo senza fare nulla! In generale ci sono dei gran paesaggi brulli e tristi che trasudano di vecchio e trascurato.. ciò è stato motivo di grande stupore e delusione (vedevo già distrutte tutte le mie enormi aspettative)!
In ogni modo abbiamo girato questa penisola usata in passato come luogo di prigionia in quanto ritenuta un penitenziario naturale: è unita alla “terra ferma” solo da una sottile superficie (<100m) su cui vennero disposti feroci cani da guardia legati a lunghe catene mentre le acque circostanti erano infestate da numerosi squali.
L’unica sosta che mi ha lasciato qualcosa è stata quella a Port Arthur, vera e proprio città-prigione con bei edifici e un giardino splendido (mi sono quasi chiesto se dovesse essere così terribile essere costretti in quel posto), in cui i galeotti venivano fatti lavorare nelle fiorenti industrie da loro costruite (alcuni erano invece forzati a spingere a braccia le pesanti carrozze della prima linea ferroviaria del continente).
Particolare attenzione si è posata sulla fotogenica Wineglass bay. Questa spiaggia di sabbia bianca con acque cristalline ci ha spinto a scrutarla da ben tre differenti punti di vista.. dall’alto, da “mezza altezza” e dal livello del mare.
Ci siamo letteralmente arrampicati sul ripidissimo monte Amos.. la salita è stata qualcosa di indescrivibilmente faticoso (non sudavo in quel modo da un sacco di tempo e non per il caldo. Qui non credo salirebbero le arzille vecchiette coi bastoni che vedi andare ovunque) e pericoloso (la seconda parte del sentiero prevedeva una rapida salita di lisci e scivolosi massi di granito rosa).. raggiungere la cima è stato per fortuna premiante.
Questa spiaggia è senza dubbio bella, ma ne ho viste tante altre così se non migliori.. senza scomodare il Western Australia, anche pochi giorni dopo quando ci siamo trovati di fronte alla Boat Harbour Beach o alla Bay of Fires ho pensato “ma vaffanculo Wineglass Bay e la sua popolarità.. questo si che è paradiso”! =)
Devo ancora ben capire se il tipo che ha scritto
Le attrattive principali erano il monte stesso (alto ben
Fortunatamente tutto ciò si è ribaltato. Magari è stato solo merito del tempo migliore e di quello che abbiamo fatto, ma da subito mi sono innamorato delNord.. credo fosse proprio così che mi immaginavo (e volevo) questo paese!
Vallate verdi e fiorite, spezzate da ruscelli e laghetti, si estendo su colline che si perdono all’orizzonte.. maestose foreste, pronunciati rilievi montuosi e scorci di mare splendido completano il quadro. Tutto sembra ben curato e disposto, ma non dall’uomo, bensì dall’ordine naturale.. i centri abitati sono davvero pochi e piccolissimi ma incredibilmente carini.. spesso nel nulla scorgi una fattoria con mucche, pecore o cavalli che pascolano placidi e si girano incuriositi se ti fermi a scattargli una foto.
Questi luoghi sono piacevoli anche se non splende il sole.. credo di aver capito di essere abbastanza meteoropatico nel giudicare quello che mi sta di fronte.. mi sono accorto che almeno 50% del mio giudizio sul posto dipende dalle condizioni atmosferiche del momento. Ma questi posti vanno oltre questa stupida “legge”.. mi piacciono sia col bel tempo che con le nuvole, sia se fa caldo che se fa freddo! Ogni volta che sono salito in macchina ho provare quello che la Cri ha sentito mentre attraversava l’outback a suo tempo.. ero letteralmente estasiato da quello che avevo attorno.. mi sarei fermato ogni
La bella Launceston è la seconda città della Tasmania ma possiede l’atmosfera di una tranquilla e gradevole cittadina di campagna. È incredibile come in questo stato da 450000 persone le due città principali (250000 e 70000 abitanti) siano così.. non sono stressanti per nulla, anzi ci passeresti giorni in completo relax! In particolare sono stato colpito dai due piccoli ma adorabili parchi (sono curatissimi e pieni di fiori coloratissimi), creati tra le splendide vie del centro, e dalla mall con questi bellissimi cosi per bambini di 12 anni:
Con una breve camminata di un’oretta abbiamo anche percorso i lati strapiombanti della magnifica Cataract Gorge.. la nostra guida suggeriva di godersela di notte (è illuminata) sulla (turisticissima) seggiovia, ma noi ci siamo limitati ad una visita giornaliera passando sull’altrettanto suggestivo ponte sospeso.
Finalmente il giorno seguente è stato all’insegna del relax fisico.. prevedeva infatti la visita a tutti i centri abitati della zona nord occidentale dell’isola.. da Devonport in poi. Per la prima volta in assoluto siamo riusciti a completare il percorso di 48 ore in 24 senza nemmeno un minimo di fretta (eravamo effettivamente stati troppo larghi coi tempi ma grande merito va di sicuro alle piccole distanze da percorrere per passare da una località all’altra e alle limitate attrattive di rilievo).
Molto curiosa la cittadina di Penguin che, come suggerisce il nome, è caratterizzata dai pinguini che a fine giornata zampettano sulla spiaggia per rintanarsi tra le rocce. Purtroppo siamo arrivati qui a metà mattinata e ci siamo persi lo spettacolo.. abbiamo comunque cercato di recuperare in questo modo:
Nella vicina Burnie, dopo essere stati tentati da una farm di formaggi che offriva la possibilità di assaggiare un’infinità di prodotti freschi, abbiamo fatto un giretto nella vicina cartiera.. qui dei veri artisti lavorano la carta a mano producendo di tutto (a quando pare usano anche altri prodotti naturali come la cacca di canguro!!!), dai quaderni alle statue.. queste ultime sono stupefacenti, a misura d’uomo e davvero realistiche.. tant’è che ho dovuto toccarle per controllare che non fossero di plastica!Poco più ad ovest sorgono la ricche Wynyard e Stanley.. la prima famosa per un grazioso promontorio sul mare (in cui è stata rinvenuto il fossile più antico di tutta Australia.. ben 20 milioni di anni fa).. la seconda per quella che il Bent ha rinominato l’Uluru della Tasmania (in pratica un grande istmo, un tempo un vulcano, che si estende dalla costa e da cui puoi ammirare panorami indimenticabili) e, a mio modesto avviso, dagli splendidi cottage che sorgono ovunque!Prima di guidare a ritroso per poi scendere verso Cradle Mountain, abbiamo deciso di fare un salto anche nei remotissimi e sonnolenti insediamenti di pescatori sulla costa ovest (in pratica gli unici due).. sono rimasto sbalordito dalla strada che le collegava, pensavo di trovarmi a guidare su sterrato pesante e invece c’era una via larga, drittissima e asfaltata alla perfezione! Per la prima volta i limiti imposti sono stati difficili da rispettare.. dovete infatti sapere che qui sono pazzi: a parte nelle città, la velocità massima consentita ovunque è 110km/h (quando non sono segnati esplicitamente, c’è un semplice cartello che dice che il limite precedente finisce e di guidare con prudenza).. roba assurda perché le strade sono spesso piene di curve e di sali scendi, se poi pensi che in tutte le altre zone di Australia ti ritrovi a guidare a 80/90km/h su strade perfette e drittissime.. mettiamoci le mani nei capelli! =)
Tornando a noi.. mi ha esaltato mettere piede su quello che ad Arthur River chiamano l’Edge of the World (il margine del mondo) per il fatto che da lì il mare si estende senza interruzioni fino all’Argentina! =)
Dopo la magnifica esperienza nel Cradle Valley National Park, abbiamo iniziato a scendere verso l’altro grande parco naturale in zona (Lake St Clair).. è davvero peccato che questa zona, come tante altre, sia colpita dalla piaga della deforestazione causata dall’estesissima industria del legname e dei suoi derivati. Giri per queste tortuose e indimenticabili zone e di tanto in tanto vedi queste distese di foresta devastata.. che peccato.. mi urta un sacco!
Nel mezzo abbiamo fatto qualche sosta per fare foto ai posti migliori.Una di queste è stata al Franklin River National Park.. fin da quando ero in Italia sognavo questo posto per il rafting sull’insidioso fiume da cui prende il nome. Purtroppo se vuoi farti una bella discesa sulle rapide di 4° grado devi prendere parte ad un tour di più giorni (7-10) davvero costosissimo (1000-2000$).. ci siamo limitati a fare due passi nei vari punti di interesse per poi procedere velocemente.
La parte finale del nostro viaggio si è concentrata nella zona sud ovest la cui attrattiva principale è la natura qui visibile nella sua veste più incantevole. Incredibili foreste, fiumi impetuosi, bellissimi laghi glaciali, tranquille vallate alpine e anguste paludi hanno fatto sì che gran parte dell’area venisse dichiarata Patrimonio dell’Umanità.Pochi luoghi al mondo sono così isolati e incontaminati.. prima del 1932, anno in cui venne costruita la prima strada, l’unico modo di accedervi consisteva nell’utilizzo del mare e ancora oggi quasi tutta la superficie della Southwest Conservation Area è completamente isolata dal mondo (c’è un tracciato percorribile in più giorni nell’estremo sud a cui si può prendere parte solo dopo un volo aereo)!!!
All’estremità settentrionale di questa regione si trovano il Lake Pedder e il Lake Gordon.. fino al 1972 c’era uno spettacolare lago naturale considerato il gioiello ecologico della regione, ma da quell’anno l’intera zona venne inondata per diventare parte della più grande centrale idro elettrica australiana: i due laghi assieme contengono una quantità d’acqua pari a 27 volte il volume dell’immenso Sydney Harbour.. è quindi il più grande bacino d’acqua dolce del paese!!!
Ci siamo fatti un giro sull’enorme diga.. dopo aver superato il timore per star camminando su una costruzione così spaventosamente gigante si può godere di un panorama spettacolare!
Prima del rush finale c’è stato anche tempo per qualche ora in altri due parchi nazionali (il Mount Field e l’Hartz Mountains) che ci hanno offerto nulla più che belle cascate, bei laghi e begli scorci naturali.
Quasi mi scordavo.. non avremmo assolutamente potuto lasciare
17 commenti:
E' il mio computer che è impazzito o il post si ripete due volte??!!
Nn sono riuscita a leggerlo tutto ma c'è una cosa che mi frulla x la testa da quando mi hai raccontato che nn siete riusciti ad arrivare sulla cima di Cradle Mt... ma andate in Tasmania x fare escursioni in montagna con scarpe di tela e scarpe lisce??!!
Come direbbe Dani: tonti di guerra!!!
X il resto vedo che la macchinafoto nuova ti sta ispirando... davvero belle foto!!
I had written a message 2 days ago, but it doesn't appear! very strange. there is something wrong. And the some parts of the post appear twice. Kisses
Sono tornata a casa sana e salva =) ma stanchissima e ho letto solo la prima parte del tuo ultimo post
Sei certo che sia più breve? =D Domattina continuerò la lettura Kisses
I was lucky enough to experience an Aussie Xmas some time ago, in Melbourne, Victoria. And it is a different experience. Everything is topsy turvy since Christmas in Australia is in the middle of summer. I speak from experience! Many people opt out and have a more sensible meal of a buffet with seafood or cold ham, turkey and salads. One unique and excellent Aussie dessert is Pavlova, which is wonderful with strawberries, passion fruit and whipped cream under downunder.
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mikemathew
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Abbiamo letto con calma il tuo sintetico =D post - che ci ha molto emozionato - sul bellissimo giro in Tasmania. It's very interesting! Commenti tramite email Kisses
Montagna montagna, però anche il mare è veramente mozzafiato . E' bello sapere che ti ho passato un po' di emozione per la montagna .
Secondo noi potresti pubblicare un bellissimo libro delle tue esperienze . Magari diventi uno scrittore famoso .
Ciao Pier Mary
Ho pensato anch'io alla stesura di un tuo libro ; il materiale è abbondante le foto anche...Occorrerebbe togliere qualche ...accia che in un blog è d'obbligo , ma in libro di un giovane esploratore no...
NEBBIA...NUVOLE....PIOGGIA!!!!
.....l'Italia ti aspetta....
@ PESSO
grazie per líncoraggiamento.. portero'io il sole e il caldo.. e se nn sara'cos'esistono sempre gli aerei! =)
@ CRI
Sincermente nessuno dei due immaginava di trovare della neve a poco piu'di 1000m in una stagione prossima all estate.. =p
Grazie per i complimenti sulle foto.. come ho scritto da qualche parte ne sto facendo un sacco.. e molte mi danno una soddisfazione enorme ma non sono da blog!
Puoi x favore spiegare la differenza tra "foto da blog" e "foto non da blog"...ho dei problemi a capire la cosa...:-)
Che tristezza quelle foto che riprendono le vecchie carceri! Quel mastino incute paura anche se è in bronzo(?)!!.
Mi rivedo in quella figura di carta della seconda foto( spero che non abbiano usato la cacca di canguro , magari come colla!!).Ciao
X DANI
Foto da blog: Non porno
Foto non da blog: porno
La differenza è sottile..
Anche Monique e Dan ci avevano raccontato che avevano trovato in Tasmania in piena estate!! =S
Questa cosa delle foto da blog e non è davvero curiosa... ma sta scritta sulle regole di blogspot?? =P
Alla fine non mi hai mai detto che macchinafoto hai preso...
foto da blog: ritrae qualcosa di cui racconto e mostra qualcosa che ho fatto
foto non da blog: tutto il resto.. che senso ha mettere un lampione~sasso~goccia~sedia~ochichessia?!
too easy guys.. wake up! =)
I watched again your photos, the shelter is really spartan!! Kisses
Preferivo la spiegazione del Pesso!:-P
Well...are you coming back? We have no news!!!! Kisses
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