Play/Stop musica

venerdì 20 giugno 2008

La maledizione del secondo Agrume

Dopo lo stupendo attraversamento dell’outback, ci siamo diretti nel South Australia per registrare la macchina e per lavorare. La prima è stata un’incredibile formalità.. contrariamente ad ogni nostra più rosea aspettativa è bastato entrare nell’ufficio della motorizzazione e dire che volevamo cambiare l’intestatario della macchina.. nemmeno 5 minuti dopo avevamo già fatto tutto senza nessuna bega.. MITICO!!! =)
Il lavoro invece ci sta causando più di un grattacapo: chi avrebbe mai pensato che dopo aver sofferto e odiato tanto la raccolta di limoni a Bundaberg mi sarei ritrovato, nemmeno due mesi dopo, a raccogliere un altro componente della grande famiglia “agrumi”?!
Questa volta è toccato alle arance, tipico frutto invernale.. stagione in cui, ovviamente, il sud dell’Australia si trova in questo momento. È però un inverno molto particolare, o meglio, molto diverso a quello italiano.. non ho idea se si tratti di una cosa momentanea o speciale ma di giorno stai spesso all’aria aperta in maniche corte e la sera una felpa è sufficiente.
Per la precisione siamo in un paesello, a quasi 200km nord est di Adelaide, chiamato Waikirie che pare essere il centro continentale dell’agrume! Alla fine dei conti quaggiù la scelta è consistita in un difficilissimo “questo o questo o questo”.

“Vabbè dai ragazzi proviamo.. cosa volete che sia, di certo peggio di quello che abbiamo passato non può essere.. abbiamo già un minimo di esperienza e poi magari qui pagano anche di più.. ce la possiamo fare a guadagnare qualche soldone”.

Scusate la finezza ma ora mi sento di commentare il “penso positivo” di poco sopra così: COL CAZZO! MA VAFFANCULO! =)
Il lavoro è faticoso uguale, gli alberi sono molto simili, le spine ci sono pure qui, i bin hanno le stesse dimensioni ma il profitto è di 25$ per ognuno (naturalmente prima delle tasse).. MA RIVAFFANCULO!
Ok che le arance sono più grandi dei limoni e puoi riempire più bin, ma alla fine dei conti il guadagno a fine giornata oscilla tra il 50 e il 25% in meno di quello che ci sembrava poco 60 giorni fa.. una miseria incredibile in relazione alle ore lavorate e alla fatica fatta.
Esempio pratico.. l’altro giorno abbiamo raccolto in tre circa 7 tonnellate (7000kg) di oranges e il nostro guadagno è stato di ben 259$ (che a testa fa circa.. fatelo voi che sclero).. =p


Ormai è una settimana che pikko e si cerca di incrementare le entrate in qualche modo: abbiamo iniziato a fare i turni serali (dalle 18 alle 22) in una fabbrica di packing (di arance). La paga non è male ma dopo che il giorno ti sei già fatto il culo e ti sei devastato braccia e mani per 6-7 ore non è proprio simpatico farsi un turno in fabbrica. Come saprà benissimo chi ha provato ti può capitare o un lavoro noiosissimo e ripetitivo (tipo catena di montaggio) o un lavoro pesantissimo (tipo alzarfe, spostare e sistemare scatoloni tutto il tempo).
Vedremo come andrà a finire.. però il progetto è sopravvivere qui 3 settimane per poi rifarci l’outback al contrario e finire a nord (al caldo) dalle parti da Darwin per poi scendere sulla costa ovest verso Perth. Ci raggiungerà anche il Bent per questo trip?!

Tornano all’amato frutto: a parte che puoi fare la dieta dell’arancia gratis (sono davvero succose e dolci), qualche altra nota positiva c’è, ad esempio l’alloggio: stiamo in un posto mica male. Non è un ostello ma una guest house.. in pratica la proprietaria di casa affitta il piano di sotto a chi vuole.. siamo in 10 (6 asiatici, noi 3 e un signore australiano nero pazzo da legare ma simpa), c’è un dormitorio, 4 stanze doppie, due bagni, una lavanderia e una cucina-salotto.


Prima di raggiungere Waikirie siamo passati due giorni da Adelaide.. non c’è stato molto tempo per girarla e vederla a dovere, ma mi ha lasciato proprio un’ottima impressione.. città viva e vivibile! Forse perché abbiamo visto il centro in una stupenda giornata invernale (cielo terso, sole tiepido, alberi spogli, …) ma è l’unico agglomerato urbano, visitato, di una certa dimensione, dopo Sydney, in cui mi sentirei di vivere. Ci tornerò per un’analisi più approfondita.. =)



Anche i suoi dintorni mi hanno lasciato di stucco.. magari mi ero assuefatto al caldo nulla del deserto, ma è tutto verde.. un bel verde scuro. Ovunque tu ti girassi vedevi prati infiniti, laghi, colline coperte da vegetazione... mitico!


Come se ciò non bastasse da queste parti succedono cose davvero particolari.. abbiamo visto case spostate su camion, una donna australiana andare a fare le pulizie a case di una filippina, locals che parlano con gli alberi mentre raccolgono, .. e ora non mi viene in mente più nulla.. =)

A presto baldi giovani!

lunedì 9 giugno 2008

E' incredibile..

È incredibile!
Ma chi lo avrebbe mai solo pensato?! Qui fa freddo.. molto freddo!!!
Mi ero abituato troppo bene col clima della east coast, ero solo fuggito all’arrivo dell’autunno verso nord o proprio ero impreparato a questo repentino cambio di clima?!
Mentre i primi giorni e le prime notti erano qualcosa di gestibile.. ormai è sempre più dura: giornate fresche e frizzanti nonostante il sole che picchia (oggi a mezzogiorno c’erano 20° e tirava un’arietta montanara poco simpa) e notti polari.. mancano solo gli orsi bianchi!
In tre in tenda vicini vicini, dentro il sacco a pelo, con nemmeno un cm di pelle scoperta, vestiti pesantemente non si può quasi stare. Ti svegli nel bel mezzo della notte a tremare.. porca paletta, non mi era mai capitato!

(In uno di questi momenti abbiamo avuto una curiosa avventura con un micino che provava ad entrare in tutti modi nella nostra tenda (probabilmente per ripararsi dalla temperatura): è stato divertente perché stavo sonnecchiando tutto avvolto nel sacco a pelo e sento qualcosa che mi picchietta in testa.. erano le sue zampe! Oppure Dani, sempre in dormiveglia, si gira, apre gli occhi e vede il muso del gatto a 2 cm al di là della rete interna della tenda.. “ODDIOOOO, UN GATTOOOOO”!!! =D ).

Per non parlare di quando suona la mattina devi mettere la testa fuori dallo sleeping bag e poi il corpo dalla tenda.. vedi pure il fiato!!! BRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!
Non per altro stiamo sperimentando nuove vie di sopravvivenza: letto riparato e macchina.
Ci siamo provati a concedere qualche notte in un letto in ostelli alquanto spartani (forse definirli ostelli è anche un complimento per quei prefabbricato in finto legno con spifferi in ogni dove).. se non altro abbiamo dormito sotto calde coperte che un minimo ci hanno protetto dal freddo che invade il red centre durante le ore di buio.
Abbiamo anche provato a chiuderci in macchina: abbiamo riempito la tenda con tutta la roba che riempiva il baule, abbiamo buttato giù i sedili e ci siamo stesi dentro i sacchi a pelo! Penso sia molto buffo vederci lì incastrati ma, anche se non è troppo comodo, si può godere di un minimo di tepore in più.. =)
Ciò nonostante non vediamo l’ora di ristabilirci tra quattro solide mura!!!

È incredibile!
Pensavo di aver già assistito a tutti i cambiamenti di quello che ci stava attorno.. un niente che da verde passava a giallo e poi a rosso.. ma pur sempre di niente si trattava! E invece ora il rosso niente è diventato rosso qualcosa.. =)
Le infinite distese desertiche hanno lasciato il posto ad un paesaggio fantastico.. non saprei come definirle ma sembrano enormi, lunghissime e rosse catene montuose che si ergono ai lati della strada per kilometri e kilometri. Se prima bello guardare fuori dal finestrino, ora lo è molto di più.. il paesaggio è sempre diverso e ti colpisce ogni curva e dosso che superi (anche guidare è più vario e piacevole)!
Non per altro in questa zona ci sono da visitare i vari MacDonnel Ranges, il King Canyon, Ayers Rock, i monti Olgas e una miriade di gole e golette mozzafiato (spesso raggiungibili solo con 4x4 coi contro cazzi.. uffi). La cosa bella di questi posti è che, sebbene invasi da turisti, sei quasi sempre da solo e puoi goderti tutto al massimo.

I MacDonnel Ranges sono dorsali che si estendono a est e ovest di Alice Springs e che racchiudono bellezze più uniche che rare: sono ricche di sentirti di tutte le difficoltà (addirittura c’è una camminata di 242 km da fare in 12 giorni) costellati da una serie di paesaggi suggestivi come gole, canyon, piscine naturali in cui prosperano ancora flora e fauna selvatiche.
Sono un tipico esempio di come i fenomeni climatici e atmosferici possano plasmare il mondo.. mille mila milioni di anni fa qui c’erano fiumi, era tutto coperto d’acqua!



Il Kings Canyon, sempre nella stessa zona, è uno dei luoghi più spettacolari in cui sia stato.

Qui abbiamo fatto una lunga camminata godendo di viste mozzafiato: dopo aver risalito la parete rocciosa su ripidi scalini naturali, abbiamo costeggiato il bordo del canyon (a pochi cm da un abisso di circa 100 metri) fino ad arrivare nei Giardini dell’Eden (è incredibile pensare che in un luogo così aspro e arido ci sia una vegetazione simile.. il canyon protegge questa zona ricca di piscine naturali che di conseguenza pullula di una fitta e rigogliosa vegetazione tropicale.. ciò è segno che un tempo qui il clima era davvero ben diverso da come è ora) , proseguendo infine attraverso un labirinto di enormi cupole rocciose fino al parcheggio.
In certi punti ti sembrava di camminare su Marte, in altri ti venivamo i brividi per essere davvero vicino alle pareti che cadevano giù a picco, in altri ancora ti sentivi una cosa sola con la natura.. splendido!



Ayers Rock è incredibile!

Uluru (così chiamata dalle popolazione native) è uno dei soggetti che tutti conoscono dell’Australia.
Alta 348 metri, lunga 3,6 km, 9,4km di circonferenza, 860 metri sul livello del mare e (udite udite) si stima che i suoi 2/3 siano sotto la sabbia!!!
Non importa quante immagini tu abbia visto, niente ti può preparare alla prima visita: una volta che ne sei alla base, la tocchi e ne esplori il perimetro capisci davvero perché è una delle bellezze del mondo.
Da un lato siamo stati sfortunati perché abbiamo preso l’unico giorno nuvoloso (e con qualche goccia di pioggia) degli ultimi 256 anni, ma dall’altro è stata una fortuna perché hanno chiuso il percorso che porta alla cima (super ripido), per cui non sono nemmeno caduto in tentazione!
Così, dopo aver fatto un giro al cultural center per conoscere un po’ di storia della roccia e delle popolazioni aborigene che la ritengono sacra, ne abbiamo fatto il giro a piedi.. a vederla in foto sembra un cosone massiccio e compatto, invece ha una sagoma davvero particolare modellata da fenditure, gole e crateri anche di grossissime dimensioni. Per di più non ne esiste una parte uguale ad un'altra (date un occhio a QUESTA foto aerea).. bellissima!


Al tramonto è uscito finalmente il sole e abbiamo potuto godere di tutta la carica mistica di Uluru.. per capire bisogna essere lì in quei momenti! =)


I Monti Olgas sono incredibili!

Il suggestivo agglomerato di monoliti arrotondati di Kata Tjuta (così chiamati dalle popolazione native) è a soli 30 km da Uluru ed è ugualmente affascinante sebbene molto meno famoso. La roccia più elevata è addirittura più alta di 200 metri di Ayer Rock!
Qui abbiamo fatto una camminata tra le pareti, gli orridi e le fenditure di questi misteriosi massi.. il tempo è stato splendido ed è stato davvero fantastico entrare in questa specie di groviglio roccioso!



In tutto ciò ci sono capitate anche alcune disavventure più o meno divertenti.
Mi è capitato di rimanere insaponato sotto una doccia al freddo e al gelo, i 15 minuti più lunghi della mia vita dove ti passa per la testa di tutto per evitare di uscire nudo e insaponato! =p
Una gelida mattina ci è anche successo di chiuderci fuori dalla macchina (ancora bisogna capire come sia stato possibile lasciare le chiavi dentro quella cassaforte di mezzo).. per fortuna con l’aiuto di due ragazzi italo-svizzeri prima e con un tipo della roadhouse dopo siamo riusciti ad aprire la portiera senza rompere nulla!
Momenti poco piacevoli ma che creano folklore al viaggio.. =)

La tappa successiva è stata Coober Pedy. Questa poco fiorente cittadina a duecento km oltre il confine del South Australia è famosa per due cose: opali e vita sotterranea.
Arrivando da nord siamo rimasti colpiti da quanti scavi nel deserto ci siano.. queste miniere sono facilmente individuabili perché consistono in mucchietti più o meno grossi di sabbia.. è proprio quello che si dice sfruttamento intensivo delle risorse del territorio! =)

Quello che è sicuro è che qui non vivono di turismo.. il paesello in sé è molto brutto e mal curato, le case sembrano delle favelas che cadono a pezzi e le attrazioni sono davvero ridotte al minimo.
La caratteristica più interessante, come accennato sopra, sta nel sottosuolo: hotel, chiese, case, negozi e gallerie non sono in superficie!!!!
È davvero incredibile che ci sia un mondo nascosto a qualche metro sotto il livello del terreno per difendersi dal caldo torrido della zona (la temperatura underground è stabile intorno ai 25° lungo tutto l’arco dell’anno). Questo ad esempio è la nostra camera di ostello:



Se Dio vuole domani arriveremo a Port Agusta dove alla fine speriamo di registrare la macchina a nostro nome e dedicarci al lavoro. Abbiamo infatti telefonato all’Harvest Trail e ci è stato detto che, in questo periodo invernale, ci sono comunque buone possibilità di essere assunti in farm di limoni (ARGH!!!) o di uva o chissà cosa.. incrociamo le dita e prepariamoci a rifare il guardaroba per l’inverno.
Per quanto riguarda il futuro non si sa.. ci penserò tra un mese! =)

P.S. Un grosso grazie al signore che ci ha donato due biglietti per entrare nel parco nazionale di Uluru. Hanno validità di tre giorni e siccome, con la moglie, c’erano già stati hanno ben pensato di donarli.. e noi siamo stati i prescelti.. 50$ risparmiati.. w gli australiani e i loro modi!!! =)

P.P.S. Auguro tanto divertimento a mamma e papà che tra pochi giorni partiranno per Creta e si godranno due lunghe settimane di vacanza nel lusso! =)

mercoledì 4 giugno 2008

Desert trip

Sabato 31 Maggio 2008, Ingham
Ormai sono due giorni che abbiamo lasciato Cairns.. 48 ore potrebbero sembrare un piccolo lasso di tempo (in effetti lo è.. =p) ma ci è successo comunque qualcosa.

Proprio la sera in cui ci hanno lasciato Barbara e il Bent è arrivato nel nostro amato ostello Domenico (ragazzo veneto conosciuto al Gab che era stato con noi anche alle Blue Mountains) con cui abbiamo trascorso piacevolmente le nostre ultime ore nel nord della East Coast (ci ha anche cucinato un gustoso pranzetto.. io lo amo!).

Come già accennato nell’intervento precedente la nostra meta è il South Australia e per la precisione Port Augusta che altro non è che la prima città con una motorizzazione in cui poter fare il passaggio di proprietà della macchina (poi chi vivrà vedrà).
Questa decisione è maturata principalmente per un motivo: abbiamo portato l’auto da un meccanico per la Road Worthy Certification (collaudo) e ci è stato detto che avremmo dovuto spendere più del valore della macchina (circa 2500$) per renderla compatibile agli standard richiesti. Infatti, sebbene di problemi rilevanti non ce ne siano, ci sono una miriade di interventi da fare tra cui tergicristallo posteriore che non funziona, tettuccio interno da sistemare, portabagagli che non sta aperto, luce della targa bruciata, etc etc etc.
L’unico intervento che, sotto consiglio del tipo (uguale a Magnum PI), decidiamo di fare è l’acquisto di 4 gomme nuove. Così ci mettiamo alla ricerca delle tyres più convenienti e le facciamo montare. Questo non è stato l’unico esborso infatti ci siamo dotati di attrezzatura come una tenda da 3, un fornelletto a gas, una tanica di benzina e una di acqua, morsetti per la batteria, cavo da traino e qualche altra amenità che di sicuro mi sto scordando. =)

Finalmente ci mettiamo in moto con destinazione Ingham dove passeremo la prima notte in campeggio. Arriviamo qui quando è già buio senza particolari problemi, facciamo il pieno (mamma mia quanto succhia sto 3.8L!) e cerchiamo il camping.


Montiamo la tenda nuova senza troppi problemi, ci facciamo una doccina, qualcosa da mangiare (porca miseria ci siamo scordati i fiammiferi!!!) e andiamo subito a letto. La notte passa tranquilla anche se fredda e non troppo comoda.. la mattina non riuscivamo ad uscire dai sacchi a pelo.. io, a detta della Cri, sembravo uno di quei Winnie Pooh da attaccare ai cellulari.. MITICO! =)


Una volta pronti a partire alla volta delle cascate più alte d’Australia (Wallaman Falls) facciamo una terribile scoperta.. la macchina non si accende!!!
Un grosso momento di sconforto ci assale.. ecco l’ennesimo problema legato alla car!
Sarà l’umidità? La batteria scarica? Qualche problema serio?
Proviamo ad avviare la macchina agganciando i morsetti alla batteria del gippone di un signore molto gentile accampato al nostro fianco.. nulla di fatto.. =(
Così decidiamo di andare alla reception per chiamare un meccanico che ci possa dare l’ennesima bastonata sul groppone.. il marito della padrone si offre di dare un’occhiata al nostro mezzo in panne e dopo vari tentativi e smanetta menti riusciamo a metterla in moto! VIVA VIVA VIVA!
In pratica, da quello che ci ha detto, c’era qualche contatto sporco tra la batteria e il motorino di avviamento.. bastava darci una pulita e tutto è tornato a funzionare “alla perfezione”.
A quando il prossimo guaio meccanico?! Speriamo non in mezzo al nulla.. pregate.. =p

Se non altro la giornata si risolleva decisamente con lo spettacolo offerto da queste famigerate waterfall che abbiamo visto dall’alto e dal basso della gola.. maestose!!!



Una volta raggiunta la base a piedi rimaniamo estasiati per il fantastico arcobaleno che formano le particelle d’acqua presenti nell’aria (dopo un volo di quasi 300 metri le trovi anche lontano dal punto di impatto). Ci stendiamo sulle rocce ad ammirare questo capolavoro naturale e rilassarci un attimo.. è incredibile come l’acqua sembri tramutarsi in polvere nel suo inarrestabile cadere nel vuoto.. è altrettanto incredibile pensare che la forza di gravità la attrae inesorabilmente da secoli e secoli!!! =o

Qualche ora dopo eccoci a Townsville a fare scorte di cibo per le lunghe giornate che ci attenderanno e a passare la seconda notte in campeggio.
Ancora non siamo “partiti”ma abbiamo già incontrato forme di vita molto particolari e indicazioni stradali non troppo chiare.. che Dio ce la mandi buona!





Martedì 3 Giugno 2008, somewhere in between Mount Isa and Tennant Creek
Sono in macchina.. stiamo affrontando probabilmente uno dei più lunghi tratti di questi giorni.. una tirata di circa 800km che ci porterà da Mount Isa a Tennant Creek, dalla strada che taglia l’Australia in orizzontale a quella che la taglia in verticale. Ed ecco finalmente intorno a me il “deserto”, dopo quasi 6 mesi ho salutato la east coast e il suo mare infinito, per addentrarmi nel cuore rosso e misterioso della terra degli aussie.
L’attesa e la curiosità dell’addentrarsi in questo nuovo mondo (perché di nuovo mondo si tratta) erano tante e non sono state tradite.. finchè uno non lo prova non può credere che sia veramete così come lo dipingono i “sopravvissuti”.. niente!
C’è una strada drittissima di cui non puoi vedere la fine tanto che sembra entrare nell’orizzonte.. orizzonte dipinto da un azzurro vivo sporcato di quando in quando da nuvole lunghissime e larghissime, cortissime e strettissime, ma di un bianco e un candore unico.


Ai lati della strada si susseguono distese e distese di terra.. all’inizio verdeggiante e piena di arbusti, in seguito il colore predominante passa al giallo insecchito dell’erba alta per poi diventare di un rosso terra bruciato dal sole che picchia insistentemente per tutta la giornata e fa trasudare di calore l’asfalto in lontanza.
Ti capita di non incontrare anima viva per kilometri e kilometri.. poi all’improvviso in lontananza vedi una figura sempre più grossa e imponente avvicinarsi fino a farti impressione e a spostarti quando ti è a fianco.. ecco i Road Trains! Sono camion che raggiungono lunghezze di 50 metri e non si fermano o rallentano per nessun motivo al mondo.. probabilmente sono loro una delle cause maggiore di tutti i canguri che vedi falcidiati ai lati delle strade.
L’incantevole monotonia di questo luogo è interrotta anche dai paesini che attraversi.. sono piccoli agglomerati di case costruiti a distanze siderali l’uno dall’altro intorno alla highway (inizio a capire perché ci sono ovunque dei piccoli areoporti). Non oso immaginare come possano essere i villaggi (?!) raggiungibili solo tramite carraie sterrate di qualche km che dipartono dalla strada principale.. saranno ancora abitati o centri fantasma?! Come e di cosa vivranno le persone?! Magari per loro è normale ma per me, nato e cresciuto in città, è qualcosa di inconcepibile!



È proprio incredibile pensare che nemmeno due settimane fa eravamo nel bel mezzo di una foresta pluviale mentre ora siamo nel mezzo della savana. La cosa assurda è che il clima si è modificato radicalmente non per il passare del tempo ma solo per un migliaio di kilometri di viaggio.
Savana credo sia il termine adatto per definire il luogo che stiamo attraversando.. la Lonely Planet usa la stessa definizione e, guardando fuori dal finestrino, la mia mente mi riporta alle foto dell’Africa che mi sono state mostrate da persone che hanno fatto viaggi in quel continente.

Il viaggio sta procedendo bene, per il momento non ci sono stati intoppi o problemi di alcun genere (se si escludono gli ingenti esborsi di denaro per dare da bere a questa sanguisuga).. le giornate in macchina sono davvero lunghe ma il mezzo e la nostra mente tengono in maniera stoica.. =)
Ormai abbiamo passato 4 notti in tenda (siamo quasi dei campeggiatori provetti).. solo qualche ostacolo: a parte il fatto che intorno a te non vedi più ragazzi ma persone adulte o aziane e (al contrario degli ostelli) ti senti tu un pochino fuori luogo, la terra si fa sempre più dura e aspra per cui piantare i picchetti della tenda è tutto tranne che facile, durante la notte il freddo è sempre più pungente e a volte nemmeno il sacco a pelo sembra bastare (di giorno caldo torrido, di notte freddo polare.. we are on a “highway to hell”), la forte invidia per quei signori di mezza età con dei camper e delle roulotte più grosse del palazzo in cui vivo e il cibo da vero disperso nel deserto (gran scatolette, riso e pasta.. spero che il mio intestino non si ribelli per la carenza forzata da fermenti lattici!!!).. =p



Martedì 4 Giugno 2008, Alice Springs
2500km.. questa circa la distanza tra Cairns e Alice Spring.
In poco meno di 5 giorni è come se ci fossimo fatti quasi tre volte Milano-Palermo.
Ma sapete qual è la cosa strana?! Non lo senti.. non ti pesa. In Italia nessuno si metterebbe in macchina e si farebbe delle maratone del genere.. o almeno, io non lo farei mai (mi viene già male al pensiero di stare in macchina da Parma a Milano quando vado allo stadio.. =p). Ma qui lo fai, è come se fosse normale, è come se la tua mente e il tuo corpo sapessero che devi farlo e di conseguenza, non solo non si ribellassero, ma ti assecondino.
Il tempo è una variabile che ormai è andata persa.. non saprei dire che ore sono, che giorno è, quando siamo partiti, da quanto siamo in viaggio!!!
In questa distesa interminabile di nulla è come se perdesse significato.. guidi, guardi fuori dal finestrino, chiacchieri, sonnecchi, leggi qualche opuscolo, studi la macchina, ti informi su cosa c’è da fare e vedere, ti sgranchisci le gambe in una delle rare roadhouse che trovi sulla highway.. ma è come se fossi in un ambiente ovattato in cui tutto scorre e nemmeno te ne rendi conto.. =)

Qualche piccola curiosità su qualche posto che abbiamo visto o in cui ci siamo fermati (fonte Lonely Planet Australia).
Cloncurry è un paesino che è stato il maggior esportatore di rame dell’impero britannico nel 19° secolo. È ricordato anche per due altri motivi: è il luogo in cui fu fondato il Royal Flying Doctor Service (ente no proif che fornisce pronto soccorso e trasporto ai bisognosi nelle zone più remote dell’outback  out of the back = lontano da tutto) e dove è stata raggiunta la più alta temperatura mai registrata in Oz: ben 53,1° all’ombra nel lontano 1889.
Mount Isa è la principale città dell’outback, circondata da catene montuose di pietra rossa e verdi arbusti. È famosa per la ricchezza del sottosuolo (piombo, zinco, argento e rame) che ha richiamato un sacco di manodopera nelle miniere.. non per altro il rapporto uomini donne è di 3:1 (non è la mia città.. =D). Peccato non essere riuscito a visitare una miniera e l’ospedale sotterraneo, costruito sotto quello vero durante la seconda guerra mondiale per la paura dei bombardamenti (ho visto alcune fotografie ed è davvero particolare: cunicoli umidi tenuti in piedi da travi di legno con letti e tutte le attrezzature del caso), e ora usato come magazzino e come luogo di riposo per le infermiere durante i turni notturni.
Devils Marble sono delle formazioni granitiche un centinaio di km a sud di Tennat Creek. Sono davvero suggestive.. tutto ad un tratto lungo il deserto incontri queste mega uovone di roccia rossa una sopra l’altra.. alcune con forme particolari, alcune che non sai come fanno a stare in piedi.



Gli aborigeni lo ritengono un luogo mistico.. le pietre sarebbe le uova della potente divinità che ha dato vita a tutto: il serpente arcobaleno.
Abbiamo campeggiato qui la notte così da poter goderci il tramonto e l’alba che sono i due momenti in cui acquisiscono una tonalità unica, quasi come se stessero prendendo fuoco.


Ora siamo ad Alice Spring, la città (mi sento di definirla così) situata nel mezzo della direttrice che taglia a metà l’Australia verticalmente. Ancora dobbiamo esplorarla.. ma domani o dopodomani la lasceremo di già per proseguire alla volta del grosso monolito rosso.. Ayers Rock! =)

domenica 1 giugno 2008

Villeggio problematico!

Dopo il breve aggiornamento post skydiving rieccoci qui a raccontare tutto quello che si è abbattuto su di noi nei 10 giorni seguenti! =)

Prima di tutto mi sembra giusto dire che, dopo tanto rimandare, abbiamo infine comprato una macchina.. dopo aver girato Cairns in lungo e in largo in cerca di annunci, dopo averne viste e provate un po’ (ma chi ci capisce qualcosa di meccanica?!), abbiamo speso circa 800$ a testa per una Holden Commodore del 1990 (circa 300000km e registrazione (REGO) fino a fine ottobre) che ci è sembrata ben tenuta e in buono stato!

L’entusiasmo iniziale è stato bruscamente frenato da due fattori: prima di tutti quando ci presentiamo in motorizzazione per cambiare il nome del proprietario dell’automezzo (“abbiamo 14 giorni, ma è meglio farlo subito così non ci pensiamo più “), ci viene detto che essendo la macchina immatricola nel South Australia può essere passata di proprietà gratuitamente solo in quello stato.. se vogliamo però possiamo riregistrarla in Queensland (circa 300$), per far ciò doveva prima passare una specie di collaudo, e chiedere il rimborso di quella pagata e non completamente usata all’altro stato.


Dopo essere stati investiti da un misto di delusione/nervosismo/rabbia abbiamo cercato di ragionare con calma.. cosa fare?!
Le idee più strane e stravaganti si susseguono nelle nostre menti malate.. finchè non prendiamo la decisione di seguire tutta la procedura, spendere quello che bisogna spendere, girare senza il pensiero e poi fare gli gnorri al momento di rivenderla.


Come se ciò non bastasse a complicarci la vita, un’altra tegola ci si è abbattuta addosso: in giugno da queste parti non c’è il lavoro su cui facevamo tanto affidamento.. la stagione è troppo fredda (?!?!?!) ed è tutto rimandato in avanti di un mesetto! Sono autorizzato a parlare di “sfiga” ogni tanto?! Come dice la mamma di Dani, una volta tornati a casa non ci spaventerà più nulla! =)
Come risolvere questo nuovo ostacolo?!
Anche in questo caso le proposte più strampalate non si sono fatte attendere.. alla fine eravamo quasi convinti di provare a resistere fino a Perth dove pare ci sia tanto lavoro a ottime condizioni.


Per fortuna c’è stata anche qualche gradita sorpresa.
Caldo pomeriggio a Cairns.. sono in un internet point quando, ad un certo punto, mentre aspettavo che una pagina si caricasse, mi giro verso l’entrata e vedo una faccia nota.. lui mi guarda, io lo guardo.. mi sorride e mi saluta ma ancora non capisco, un millisecondo dopo si gira il ragazzo che gli era di fronte.. ALBERTO!!! Ma porco di un diavolo.. a momenti cascavo dalla seggiola! Ormai è un dato di fatto che qui in Australia rincontri le persone nei modi più casuali e nei posti più assurdi che esistano!
Mi ha fatto un sacco piacere rivederlo, non me lo sarei mai aspettato.. ci fermiamo a parlare un sacco e ci raccontiamo le rispettive avventure/vicende degli ultimi due mesi. Anche lui ha viaggiato con un amico lungo la East Coast e anche lui ora vorrebbe andare in farm.. è stato proprio lui che, dopo aver fatto varie chiamate ed essersi presentato di persone in varie farm in zona, ci ha messo la pulce del poco lavoro nell’orecchio. Essendo questa la situazione, lui dopo due giorni è partito per il Western Australia dove, come ripeto, pare che ci sia del lavoro agricolo.


L’altra sorpresa, in rigoroso ordine temporale, se l’è portata appresso Barbara. Come da programma Mercoledì 21 Maggio alle 18 ci presentiamo all’aeroporto per raccogliere lei e il suo amico con il bolide nuovo.. dove sta la stranezza?! Ebbene.. il suo amico non era il coinquilino tedesco Kevin.. ma quella bestiaccia del BENT!!! =D
È stato assurdo, erano quasi 6 mesi che non lo vedevo ma è come se non fosse passato nemmeno un giorno da quando è venuto a salutare me a la Cri a Malpensa! Ci hanno fatto davvero un bello scherzetto questi due monellacci.. nessuno di noi tre se lo sarebbe mai e poi mai aspettato! WOW!
Il QDF staff si è riunito in Australia!!! =)


Dopo aver trascorso qualche giorno a Cairns all’insegna del brutto tempo, ci siamo spostati a nord.. ancora più a nord, nel cuore del wet tropic, dove la civilità inizia a sparire (la punta settentrionale della east coast è praticamente irraggiungibile se non da spedizioni attrezzate a dovere).
I viaggi in macchina sono stati qualcosa di indimenticabile.. sempre allegri e festosi come testimonia questo video:


Dopo un giretto in giornata a Kuranda, villaggio indigeno in montagna, dove ci siamo dilettati a fare i villeggianti con pic nic su un prato e una camminata in pure stile village people, ci siamo spinti fino a Cape Tribulation.

Questo luogo è stato così battezzato da Capitan Cook in quanto gli ha causato parecchi grattacapi: il prode capitano ha riparato (tappezzato?!) la sua Endevour, incagliata e aperta proprio in queste acque, facendo passare una delle vele addirittura sotto la barca!!!


Tornando a noi.. dopo aver superato il Daintree River (il “confine”) con l’apposito battello, ci siamo immediatamente resi conto che qui la natura regna ancora sovrana, che era come se avessimo fatto un salto incredibile rispetto a tutto quello che abbiamo visto fino ad ora.. la stradina (per il momento ancora asfaltata) si snoda all’interno della foresta pluviale tra salite e discese che seguono l’andamento della costa.. una costa resa impervia dalle continue pioggie, dalla severa umidità e dalla lontananza dal mondo civilizzato (la luce non è disponibile mai per 24 ore al giorno).

L’ostello è semplicemente fantastico.. è completamente immerso nella natura, ci sono pochissimi ospiti, ti sposti camminando su sentierini illuminati a malapena, vivi in bungalow che sono tendoni enormi con le impalcature di legno.. ti senti davvero un selvaggio! =)

Questi giorni sono praticamente volati tra camminatine, giretti in macchina, mangiate, visite a spiagge incontaminate, barbeque, crociere su barchette improbabili alla ricerca dei coccodrilli che infestano la zona, partite a monopoli e biliardo serali, nuotate in fiumi gelati senza l’adatto costume e tante tante cazzate!


Una delle cose migliori di viaggiare in compagnia allargata è la baldoria che si crea dalla stupidità
dei personaggi coinvolti.. ciò è scaturito anche in una marea di foto, più o meno divertenti che mancavano da qualche tempo nel mio repertorio! =)

Ora Barbara e il Bent se ne sono tornati a Sydney e noi siamo partiti.. al contrario di quanto scritto sopra, siamo diretti verso il South Australia perché abbiamo constatato che sarebbe davvero costoso passare il collaudo e fare la nuova registrazione qui in Queensland.
Cosa faremo dopo aver fatto il passaggio di proprietà non si sa.. vedremo! Quello che per ora è certo è che finalmente siamo partiti dalla costa e ci stiamo addentrando nel cuore del paese, come sognato da un tanto tempo! In questo momento ci troviamo a Townsville dove prenderemo la strada verso il rosso ovest!


Ciau!


P.S. Sono con l’acqua alla gola.. sono rimasto indietro coi racconti e ora mettermi al pari è merda pesa! Ho postato ora e già ci sono un mucchio di cose nuove da dire.. =(